Quando la profondità delle tasche va oltre i 3-4 mm. diventa difficile anche per un bravo spazzolatore eliminare la placca da zone inaccessibili, pertanto diventa necessario approntare strategie atte a ridurre la profondità delle tasche.
Una delle più comuni viene attuata con interventi a lembo.
Con anestesia locale si provvede a creare un lembo gengivale che vada a scoprire le radici interessate, a “cielo aperto” con la massima visibilità si provvede a rimuovere il tartaro e levigare le radici, dopodiché si regolarizza l’osso in modo da eliminare eventuali incongruità anatomiche, per poi riposizionare la gengiva in posizione più apicale.
Il lembo viene poi mantenuto in posizione con alcuni punti di sutura e il paziente provvederà a mantenere pulita la ferita con appositi collutori. I punti verranno poi rimossi dopo una settimana.
La parte visibile del dente si allungherà, ma la tasca avrà un riduzione della profondità. Questa situazione crea le condizioni per la riformazione di un attacco epiteliale tra dente e gengiva, sigillo che previene l’ulteriore progredire della tasca, oltre naturalmente alla ridotta profondità di una tasca che a questo punto torna ad essere mantenibile con le corrette procedure d’igiene orale.
Non è solo la profondità di una tasca a condizionare la terapia, anche la forma e la disposizione delle pareti che formano la tasca possono indurre un tipo d’intervento piuttosto che un altro.